Spaghetti alla trapanese

Chiedo scusa. Ero coinvolta in una battaglia all’ultima goccia d’olio. Donna contro fritto. Ovviamente ho vinto io. O forse lui. Bisogna capire il punto di vista di entrambi. Dopo aver fritto anche i tavoli, posso serenamente voltare pagina e concentrarmi su altro. Alzi la mano chi ha voglia di pasta. Io non amo molto la pasta (ecco, adesso se ne cade il cielo!). In realtà i miei gusti culinari sono fermi a 8 anni, per cui sapori forti, complessi, strutturati, no. Io sono per la pasta e piselli. Per gli gnocchi di mia nonna. Tortellini in brodo. Però ci sono profumi ai quali non so rinunciare. Che solo un buon piatto di pasta ti sa concedere. Il basilico ad esempio. Prendiamo l’odore del basilico. Quello del sugo della domenica mattina. Quello dell’insalata di pomodori le sere d’estate. Il basilico del verde dei campi, quel verde raggiante di aria buona. Che libera nell’aria un’aroma imparagonabile a qualsiasi essenza pregiata. Questo piatto di spaghetti ha quel profumo. Che unito allo scrocchiare delle mandorle, crea un’armonia che mette in pace i sensi e lo stomaco. E ti fa raggiungere Trapani nel tempo di un assaggio. Senza nemmeno fare la valigia.